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Penso che ieri a fine gara non mi avrebbe rianimato lo spirito neppure Wanda Nara. Clinicalmente morto. Battiti del cuore non pervenuti. Che giornata,

che pena. Tutto ebbe inizio nella prima salita. Mi sentivo pesante come se nel groppone avessi un gorilla in spalla. Sarebbe stata dura e lo capito subito. In quei momenti riesco a trovare alternative valide per morire il meno possibile, o morire a tratti e rianimarmi, senza mai perdere la testa. Mai. Giornata di lavoro dura. Straordinari. Le salite sono ripide e non spingo neppure a spinte. Mi superano pure le piante. Io sono piantato e fatico pure nei falsi piani. In discesa decollo. Mi diverto. Ma fanculo, penso. Perché? Ma seriamente sono così cotto? Sono io? Si ero io, un defunto che si trascina. Gambe bollite. Ma ho energie mentali da non sottovalutare, occhio. Difatti non mollo un cazzo. E la gara continua. Sono concentrato e voglio vedere la fine. Non mangio nulla, mai. Ieri solo acqua, ma resisto. L'unica volta che ho mangiato in gara è stato un assaggio di miele che mi si è bloccato in gola ed ho tossito per quattro ore, devastante. Mai più! Miele Bastardo.

Comunque per la cronaca, ho fatto 36 km con 1500 di dislivello senza mangiare per 4 ore e mezza, ci sono riuscito. Esperienza o esperimento riuscito bene, ho visto l'arco. Per quanto riguarda la mia pessima condizione, posso incolpare me stesso. In settimana ho fatto 200 km e li ho sentiti tutti, coglione. Non imparo mai. Masochismo. Ora ricomponiamo i pezzi, recupero e via. Chissà dove andrò a sbattere. Per il resto, Il Trail di Capoterra mi piace, ci ho corso pure in bici, è bello e divertente. Merita. Poi is cioffus è un dono. Spettacolare. Archiviamo pure questa, con la speranza di ritrovare smalto e sorridere sempre e comunque pure se non girano le gambe, ma le balle.

Al prossimo incontro

Giuseppe Ragatzu

   

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